Lo scorso 4 marzo è stato chiuso a Bruxelles l’accordo politico tra Parlamento e Consiglio Ue sul nuovo Regolamento in materia di imballaggi (Ppwr: Packaging and Packaging Waste Regulation). Le riunioni per la finalizzazione del testo a livello tecnico si sono concluse il 7 marzo, l’8 la presidenza belga del Consiglio Ue ha presentato l’accordo ai Paesi membri nel Coreper (il Comitato dei rappresentanti permanenti), che lo voterà venerdì 15 marzo. Il voto in Parlamento nella commissione Ambiente è previsto per il 19 marzo mentre quello in plenaria è atteso per la settimana del 22 aprile.

L’accordo raggiunto il 4 marzo prevede che dal 1° gennaio 2030 saranno vietati gli imballaggi in plastica monouso per frutta e verdura fresca non trasformata e per alimenti e bevande riempiti e consumati in bar e ristoranti. Vengono inoltre proibite le porzioni individuali (come condimenti, salse, panna, zucchero) e i prodotti in miniatura per toilette, vietata infine la pellicola per le valigie negli aeroporti.

Sono previste alcune deroghe: consentiti i cartoni del latte, gli imballaggi monouso in plastica compostabile e gli imballaggi in plastica per frutta e verdura sotto al chilo e mezzo, se necessari per evitare perdita di peso, acqua e turgore. Consentite anche le bottiglie di vino e di altre bevande, deperibili e alcoliche. 

Nel compromesso trovato a Bruxelles, le confezioni per i take away, il cartone del latte, le bottiglie di vino e di superalcolici sono stati esclusi dagli obiettivi di riuso. Viene riconosciuta agli Stati membri la facoltà di derogare dagli obblighi per gli operatori dei settori coinvolti se i singoli materiali di imballaggio abbiano raggiunto e superato del 5% gli obiettivi di riciclo definiti dalla legislazione vigente.

I distributori finali di bevande e cibi da asporto nel settore dei servizi di ristorazione saranno obbligati a offrire ai consumatori la possibilità di portare il proprio contenitore. Mentre il 90% dei contenitori per bevande monouso in plastica e metallo (fino a tre litri) dovrà essere raccolto separatamente entro il 2029 con sistemi di deposito cauzionato (o vuoto a rendere), una soluzione che obbliga a dotarsi di un sistema ulteriore e per certi versi alternativo rispetto a quello faticosamente costruito nei 35 anni di esistenza della raccolta differenziata in Italia. Il modello di deposito cauzionato non deve confondersi con la raccolta selettiva, complementare a quella differenziata, che già ha cominciato a prendere piede nel nostro Paese soprattutto con le macchinette mangia bottiglie.

Anche per il deposito cauzionato sono previste delle deroghe: si deve introdurre a meno che non si sia raggiunto l’80% di raccolta differenziata, e anche in questo caso l’Italia per alcuni prodotti come le lattine supera già ampiamente la soglia.