Rivalutare quanto previsto nel nuovo piano regionale di gestione dei rifiuti (PRGR) in Sicilia, adeguando la pianificazione alle più recenti direttive comunitarie, in coerenza con un modello di economia circolare. Questo quanto chiesto dalla senatrice Grazia D’Angelo (M5S) che, in un’interrogazione diretta al ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani e depositata a Palazzo Madama, denuncia la situazione di emergenza nella gestione del ciclo dei rifiuti nella regione Sicilia.

“Al fine di adeguare la pianificazione regionale per la gestione dei rifiuti urbani al contesto attuale di produzione e alle più recenti direttive comunitarie del 2018”, ha esordito D’Angelo, la Regione Siciliana ha finalmente approvato un nuovo PRGR (Piano regionale di gestione dei rifiuti), “annunciato dal Governo Musumeci come l’inizio di una nuova fase di razionalizzazione del settore”. Pochi giorni dopo la pubblicazione del nuovo piano regionale, ha continuato, “contrariamente a quanto in esso stabilito dal principio che il rifiuto deve essere lavorato, riciclato o smaltito nella stessa provincia in cui è prodotto, il 13 aprile il Dipartimento dell’acqua e dei rifiuti ha pubblicato un avviso pubblico finalizzato all’acquisizione di manifestazioni di interesse nei confronti delle SRR (società di regolamentazione dei rifiuti) per affidare il trasporto dei rifiuti fuori regione, contraddicendo i principi di autosufficienza e prossimità contenuti nelle direttive europee, e continuando ad agevolare un sistema basato su monopoli privati“.

A questo si aggiunge, ha continuato, “che il disegno di legge regionale n. 290 sulla “Riforma degli ambiti territoriali ottimali e nuove disposizioni per la gestione integrata dei rifiuti”, approvato dalla commissione Ambiente della Regione Siciliana, non risolve le criticità e rimodula gli ambiti territoriali con l’individuazione di 9 ATO (Ambito territoriale ottimale) e nuove autorità di ambito (ADA), con responsabilità dirette dei sindaci in sostituzione delle SRR”. Questa rimodulazione, ha denunciato la senatrice pentastellata, anche ad avviso dell’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) dovrebbe essere improntata al perseguimento di logiche di tipo concorrenziale, mentre nel caso della Sicilia i territori di determinate province potrebbero risultare non sufficientemente ampi con conseguenze sui servizi, e manca inoltre un regime transitorio che garantisca il passaggio dalle SRR alle ADA“. Essendo inoltre “del tutto anacronistico“, ha concluso D’Angelo, continuare a proporre la realizzazione di inceneritori, “va aumentata le percentuali di raccolta differenziata, sostituendo sul mercato materiali non riciclabili con materiali che possono diventare materie prime seconde e alimentare l’economia circolare”.