Roma, 10 aprile 2024 – “La crescente quantità di rifiuti prodotti in Italia e altri Paesi industrializzati, il numero inadeguato di impianti di trattamento e di conseguenza l’elevato costo delle operazioni di gestione del ciclo inducono una parte dell’imprenditoria a procedere allo smaltimento su canali transnazionali”. È quanto ha affermato ieri presso la commissione parlamentare di inchiesta sui reati ambientali (commissione Ecomafie) il comandante dei carabinieri per la tutela ambientale e la sicurezza energetica Fernando Nazzaro, intervenuto in audizione sui temi di interesse della commissione. Questo fenomeno, ha specificato Nazzaro, “avviene attraverso complessi giri di documentazione, in taluni casi anche attraverso la fittizia importazione e esportazione”.

Ha proseguito Nazzaro: “La scelta imprenditoriale di commercializzare i rifiuti all’estero è da ricercarsi principalmente nell’abbattimento dei costi e rappresenta anche uno dei più abili strumenti di elusione dei controlli sulla filiera del riciclo. Per questi motivi”, ha allertato, “deve essere considerato come un fenomeno in crescita e difficile da contrastare, a causa della mancanza di regimi normativi omogenei di controllo e di punizione sia in ambito europeo che internazionale”.

E ancora: “È un dato di fatto il significativo aumento del giro d’affari legato alla gestione dei rifiuti sia pericolosi che non, con un’estensione delle aree territoriali coinvolte”. Sulle tipologie: “Incidono per oltre la metà del quantitativo complessivo i minerali e i solidi, mentre un terzo è formato da rifiuti chimici e sanitari. Anche l’accumulo di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche ha registrato una crescita costante in considerazione sia della velocità con cui i prodotti tecnologici diventano obsoleti sia degli incentivi produttivi”, ha concluso Nazzaro.

“Quello del traffico di rifiuti è un fenomeno grande e complesso ma non si può rimanere a guardare, ne va della tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini”, commenta Salvatore Genova, amministratore unico di Gesap. “Subito normative omogenee a livello europeo e nazionale che consentano di arginare il fenomeno, spendere bene i soldi del PNRR per costruire nuovi impianti e ammodernare quelli esistenti in modo da ridurre anche i costi di gestione. A tutto ciò si devono aggiungere controlli stringenti, basati principalmente su analisi predittive dei dati, per individuare chi commette reati ed applicare pene severe”.